LA SAGRA DELLA CANNELLETTA

Era l’estate del 1966 quando fu organizzata la prima “Sagra della Cannelletta col prosciutto e la porchetta”, intorno alla prima quindicina di agosto. A quei tempi c’era ancora l’usanza di fare il vino nelle piccole cantine, una produzione familiare che stentava un po’ nella vendita all’ingrosso, per cui spesso si chiedeva il permesso alle autorità del paese di vendere le eventuali giacenze annuali anche al minuto, cioè con una vera e propria mescita ai piccoli compratori e bevitori occasionali, detta “Cannelletta”, dalla cannella messa alla botte da cui si spillava il vino. L’iniziativa poteva portare vantaggi alla già presente usanza dei produttori locali e, per questo, fu accolta con favore. Inoltre, data l’originalità dell’evento, avrebbe portato in paese, un po’ per piacere, un po’ per curiosità, anche molta gente dei dintorni e così successe!
Per l’apertura si organizzava un carro allegorico con una botte e la relativa cannella, reso caratteristico da verdura, tralci di vite, oggetti usati nella vinificazione, scritte divertenti sul vino. Il carro, preceduto dalla banda musicale, sfilava per il centro del paese seguito da una folta folla di bevitori e curiosi. Nelle cantine, ossia negli attigui “cellai”, si vendeva poi del buon vino per 15-20 giorni, con sottointesa gara a chi lo avesse più buono, il tutto accompagnato a ciambelle e panini al prosciutto. La porchetta, comprata per strada e profumata come non lo è più, la portavano gli stessi bevitori, di solito in comitive di due, tre, quattro e anche più persone. Alcuni chiedevano anche il prolungamento della mescita.
La Pro loco aveva a sua volta un proprio locale, dove cucinava cibi tradizionali oramai in disuso quali polenta, fagioli con le cotiche e altri piatti caratteristici. Le cosiddette “Cannellette” private erano almeno una decina e la gente faceva il giro per visitarle tutte e assaggiare del vino che era completamente diverso da una cantina all’altra, con inevitabili sbornie.